A fine gennaio ha avuto inizio finalmente l’iter legislativo, in Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, per il riconoscimento dei diritti dei cosidetti “caregivers” familiari, e cioè ), ovvero di coloro che, volontariamente e senza alcun compenso, assistono una persona non autosufficiente a causa dell’età avanzata, di invalidità o di malattia, facendosi carico delle sofferenze e delle fragilità di un proprio caro e affrontando, spesso nel proprio domicilio, le complessità relazionali e assistenziali derivanti dall’invalidità e da patologie anche complesse.
Sono tre i disegni di legge e dunque i testi su cui lavoreranno i senatori: il 2048, a prima firma Cristina De Pietro (Gruppo misto), “Misure in favore di persone che forniscono assistenza a parenti o affini anziani”; il 2128, a prima prima firma Laura Bignami (M5S), “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare” e la numero 2266, “Legge quadro nazionale per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare”, a prima firma Ignazio Angioni (Pd). Il 16 Febbraio u.s. è stato organizzato un incontro incontro con i Senatori Angioni e Bignami presentatori e primi firmatari rispettivamente dei disegni di legge n. 2266 e 2128, nel corso del quale è emersa la volontà politica di fare delle due proposte un’unico testo migliorativo prendendo il meglio dai due disegni di legge arrivando probabilmente a una legge quadro. All’incontro ha partecipato anche l’Aresam, nella persona della sua Presidente, che ha potuto solo far rimarcare che ancora una volta (vedi anche la legge sul Dopo di noi) i malati mentali erano stati dimenticati insieme ai loro genitori, che nella quasi totalità si debbono sobbarcare del peso, rilevante, del loro accudimento stante le carenze abissali dei servizi territoriali preposti alla cura e alla riabilitazione.