Stefano Cecconi scrive sul ritorno agli OPG per la rubrica di Fuoriluogo su il Manifesto del 21 giugno 2017
Non siamo riusciti a cancellare quel comma maligno (art. 1 comma 16 lettera d), che rischia di riportare in vigore le norme dei vecchi OPG, contenuto nella Legge “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario” approvata alla Camera la settimana scorsa. Infatti, ponendo la questione di fiducia, il Governo ha impedito l’approvazione degli emendamenti che diversi deputati, della maggioranza e dell’opposizione, avevano presentato, accogliendo l’invito di StopOpg e di tutti coloro (più di duecento persone in 49 giorni) che hanno partecipato alla staffetta “IO Digiuno perché non devono tornare gli OPG” . Ma la discussione alla Camera, anche nelle posizioni espresse dal relatore, l’on. Ferranti e dal sottosegretario Ferri per il Governo, ha segnalato che la nostra mobilitazione ha colpito nel segno. Entrambi hanno ammesso che quella norma va in qualche mondo “disinnescata”.
Ne sono una prova tangibile gli otto (ben otto) Ordini del Giorno approvati per condizionare l’attuazione della norma – ricordiamo che si tratta di una legge delega per la cui attuazione sono previsti decreti legislativi del Governo – sui quali abbiamo espresso un chiaro apprezzamento, e un ringraziamento alle/ai deputate/i che li hanno proposti. Tra questi segnaliamo l’Ordine del Giorno presentato dal Presidente della Commissione Affari Sociali Marazziti, insieme al Presidente della Commissione Ambiente Realacci, che afferma testualmente: “limitare per casi eccezionali e transitori” il ricovero in Rems sia dei detenuti (con sopraggiunta malattia mentale o in osservazione) che delle persone con misure di sicurezza provvisoria. Questo è davvero importante: infatti quasi la metà delle presenze in queste strutture è con misura provvisoria, segnale (come ricorda l’ex Commissario Corleone) di un uso improprio e abnorme delle Rems, al punto che si è creata una lista d’attesa. Invece queste strutture dovrebbero essere “extrema ratio”, come dichiara senza mezzi termini anche una recente delibera del Consiglio Superiore della Magistratura. L’Odg, come auspicavamo, afferma che il diritto alla salute e alle cure dei detenuti va garantito con un adeguato potenziamento delle sezioni di cura nelle carceri e attraverso misure alternative alla detenzione, e sempre con la presa in carico da parte dei servizi di salute mentale delle Asl. Gli Ordini del Giorno, pur vincolanti e chiari, sono soggetti alla lealtà del Governo, e per questo abbiamo voluto incontrare il Presidente Marazziti per aprire un confronto con il Ministro. Chiederemo ai deputati e ai senatori che si sono impegnati, durante il dibattito in parlamento in difesa della riforma, di vigilare. Questa vicenda ci conferma che per far vivere la grande conquista ottenuta con la chiusura dei vecchi manicomi giudiziari, è necessario mantenere alta l’attenzione sul processo di superamento della logica manicomiale, sulle criticità aperte, sull’esperienza delle Rems e sullo sviluppo delle pratiche di cura e riabilitazione che consentono l’adozione delle misure alternative alla detenzione, nello spirito della legge di Riforma 81/2014 e della stessa Legge 180. Per questo noi continueremo il Viaggio nelle Rems. E per questo chiediamo sia riconvocato l’Organismo nazionale di monitoraggio (composto da rappresentanti dei Ministeri Salute e Giustizia, di Regioni e Magistratura e che va aperto alla partecipazione delle associazioni impegnate sul tema e al neonato coordinamento delle Rems) e che venga istituita una cabina di regia nazionale e in ciascuna regione. Il Governo deve mantenere l’impegno a presentare subito la Relazione al Parlamento. La mobilitazione di stopOPG non si ferma.