di Marinella Cornacchia Presidente A.RE.SA.M. ODV
Wissem Abdel Latif si è aggiunto al già lungo elenco di morti in SPDC o durante le procedure di TSO.
Continuiamo a chiederci perché tutto questo, malgrado i reiterati appelli, le azioni giudiziarie.
Esperienze negative nel passato ce ne sono state, tante, troppe e dopo ogni drammatico evento abbiamo ascoltato e letto fiumi di parole contro questo modo di operare. Poi le luci si spengono e tutto rimane come prima. Fino alla morte successiva.
Ora però la stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, alla luce del continuo ripetersi di questi fatti, per la prima volta ha messo sotto sorveglianza lo stato Italiano su questa pratica, molte volte utilizzata per sopperire alla carenza di medici e infermieri.
Che un’indagine debba essere svolta è fuori di ogni dubbio, ma si dovrebbe partire esaminando correttamente come è stato ridotto, a forza di ridimensionamenti e tagli, tutto il sistema territoriale della salute mentale. Solo in questo modo si potrà, forse, porre rimedio una volta per tutte a carenze organizzative, strutturali ma soprattutto culturali che stanno portando l’Italia indietro di oltre 40 anni nell’approccio alla cura e alla riabilitazione delle persone che soffrono di disturbi mentali.