Occorre un Governo che recuperi la capacità di accogliere la sofferenza e renda ciascuno capace di contribuire al benessere comune
Il Coordinamento segnala la necessità che il programma di governo affronti con chiarezza e determinazione le sofferenze determinate dalla crisi economica e da una comunicazione politica volta alla ricerca del capro espiatorio nelle fasce più deboli dell’umanità: migranti, sofferenti psichici, detenuti. Occorre rafforzare l’azione di sostegno e inclusione, a partire dai servizi sociali e sanitari, prima indeboliti e poi accusati di inefficienza.
La lunga crisi economica, che purtroppo non accenna a esaurirsi, sta producendo effetti negativi sulla salute della popolazione che si aggiungono a quelli – più noti – connessi all’invecchiamento della popolazione e alle difficoltà che il welfare ha dovuto affrontare in questi anni, nel sociale così come nel sanitario (dalla riduzione dei finanziamenti alla condizione del personale). Una politica che vuole realmente puntare ad una svolta deve tener conto che l’aumento delle povertà, dell’incertezza economica, della disoccupazione, della precarietà, della solitudine (soprattutto fra gli anziani) incidono sulla salute delle persone, e non solo di quelle tradizionalmente più fragili, aumentando i casi di disturbi mentali, disagio psichico, depressione, decadimento silenzioso e rischio di esclusione sociale.
Per questo ci auguriamo che il programma e le azioni del nascente Governo abbiano attenzione per la Salute Mentale, e siano coerenti con la Legge 180/78 che sancendo la chiusura dei manicomi, ha allargato gli spazi della cittadinanza e della democrazia, restituendo diritti, dignità e cittadinanza alle persone con disturbo mentale.
Per rendere effettivo il diritto alla Salute Mentale occorre intervenire con politiche adeguate su tutti i determinanti delle diseguaglianze nella salute, costruendo una società più giusta che non discrimini alcun essere umano, italiano o straniero che sia. E occorre potenziare, e finanziare adeguatamente, un sistema di servizi sociali e sanitari nel territorio, capaci di prendersi carico delle persone, favorire l’inclusione, contrastando le “cattive pratiche”, che violano i diritti delle persone in cura, con particolare riferimento alla contenzione e alle modalità inappropriate nell’esecuzione dei TSO.
Al termine della Conferenza nazionale per la Salute Mentale 2019, del 14 e 15 giugno scorso, che ha coinvolto più di 150 associazioni nazionali e territoriali, abbiamo espresso la disponibilità a collaborare con le Istituzioni, avanzando 10 proposte contenute nella DICHIARAZIONE CONCLUSIVA, che inviamo oggi al Presidente del Consiglio incaricato.
Il Coordinamento nazionale Conferenza Salute Mentale
31 agosto 2019