Egregio Assessore D’Amato,
La sua recente intervista in merito alla programmata futura prima Conferenza Regionale sulla salute mentale ci lascia quanto meno interdetti.
A onor di cronaca la prima Conferenza si svolse nell’ormai lontano 12 Novembre 2007 ed aveva avuto una preparazione molto precisa e coinvolgente per noi Associazioni di familiari.
Ritenere inoltre che la ricorrenza dell’apertura della prima REMS regionale sia una data opportuna per tale secondo svolgimento ci fa pensare purtroppo che di salute mentale si voglia parlare solo ed esclusivamente in termini di istituzionalizzazione e di posti letto. Risulta questo un messaggio molto deleterio per le famiglie che ancora credono nella cura e nei servizi pubblici.
E questo, caro Assessore, non solo ci lascia interdetti ma ci preoccupa molto.
Noi familiari stiamo aspettando ormai da lungo tempo, troppo a nostro parere, una decisa riqualificazione in termini qualitativi e quantitativi dei servizi territoriali, quei famosi servizi che erano la punta di diamante della riforma psichiatrica. Servizi che accoglievano, progettavano e lavoravano in modo qualificato per dare una opportunità di cura e di reinserimento sociale alle persone sofferenti che vi si rivolgevano. Servizi che ora invece sono ridotti ad ambulatori di smistamento farmaci e ricoveri. Sempre più impoveriti in termini di organici, con accorpamenti molto discutibili, di scarsa progettualità socio sanitaria integrativa anche per quanto riguarda il possibile inserimento lavorativo, con Centri Diurni che sono diventati emanazioni dei CSM, senza poter svolgere quel ruolo, da noi ritenuto molto rilevante, di apertura e di facilitatore verso una appropriata riabilitazione.
Le sue parole, sul cambio di passo nel sistema salute mentale, “con particolare riferimento verso le crescenti patologie nell’età evolutiva ed adolescenziale”, se da un lato ci confortano in considerazione del sempre maggiore numero di richieste di intervento per la fascia adolescenziale, dall’altro non ci devono però far dimenticare le migliaia di persone che ormai sono invecchiate in attesa di ricevere le cure di cui avevano bisogno. E per loro non si può pensare solamente ad una soluzione istituzionalizzante o a lasciare ulteriormente scorrere il tempo nel nulla.
Ripensi, Assessore D’Amato, a tutte le nostre sollecitazioni, alle nostre richieste di aiuto. Una Conferenza calata dall’alto che proponga ipotetici programmi senza una interlocuzione a monte con le realtà associative ed un ascolto condiviso delle esigenze di intervento, mal si coniuga con la dura realtà e le esigenze del quotidiano che noi familiari stiamo vivendo.
Marinella Cornacchia – Presidente A.RE.SA.M. ODV
Sull’argomento leggi anche: Salute Mentale, la Regione Lazio scopre il territorio, veramente ? di Franco Rotelli