La vecchiaia non è una malattia. Fragilità, vulnerabilità, diminuita autosufficienza e disabilità non sono malattie ma, così come avviene per le persone con malattie o disabilità mentali anche i vecchi sono scarto e questo destino innaturale, discriminatorio e stigmatizzato è comunemente accettato. In una recente serie di interviste condotte per la OMS ho constatato che i vecchi sono i soggetti più frequentemente trans istituzionalizzati: “dove lo metto” e non “chi è e di cosa ha bisogno”. È il bisogno di escludere e recludere della collettività che premia sul bisogno del singolo di continuare a essere soggetto produttore di senso.