La Società Italiana di Epidemiologia (SIEP) ha rivolto un forte appello a tutte le Istituzioni regionali e nazionali affinchè il tema della salute mentale, ormai completamente oscurato e fuori dall’attenzione della politica sanitaria, pur dopo le denunce fatte tre anni fa dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta, venga finalmente rimesso al centro delle azioni sanitarie in una situazione assistenziale ormai divenuta drammaticamente insufficiente a garantire i percorsi di cura e riabilitazione a cui tutte le persone sofferenti psichici hanno diritto. Familiari ed utenti conoscono bene purtroppo quanto sia difficile ricevere dai servizi territoriali, per mancanza di risorse adeguate e di personale, l’assistenza neessaria a perseguire l’obiettivo del recupero sociale e sanitario pur possibile in diverse condizioni. L’ARESAM aderisce a tale appello ed invita tutti a fare altrettanto, inviando semplicemente una mail a: appellosalutementale@gmail.com.
APPELLO PER LA SALUTE MENTALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI EPIDEMIOLOGIA (SIEP)
Rivolgiamo un appello urgente per richiamare l’attenzione di Governo, Parlamento e Assemblee Regionali sulle drammatiche condizioni del Sistema di Cura per la Salute Mentale in Italia. I tagli alla sanità operati negli ultimi anni, le restrizioni al turn-over del personale, la riduzione dei centri di reponsabilità per l’accorpamento delle ASL, con la creazione di Dipartimenti di Salute Mentale “monster” per oltre 1 milione di abitanti e lo snaturamento dei principi fondanti la salute mentale di comunità, ossia la prossimità dei punti di accesso con i livelli di governo, il radicamento territoriale, il legame con le comunità locali, stanno determinando effetti devastanti sulla qualità dei servizi e sulla motivazione del corpo professionale. I Servizi per la Salute Mentale (SSM) subiscono questo processo di strisciante sottodimensionamento proprio quando tutte le statistiche indicano un aumento delle condizioni di disagio psichico nella popolazione: si calcola ad esempio che solo nel periodo 2006-2013 il numero delle persone che presentano sintomi di interesse psichiatrico (ansia e depressione, innanzitutto) sia cresciuto di oltre 1 milione. Ma i SSM devono anche confrontarsi con bisogni nuovi e straordinariamente impegnativi: dalla gestione territoriale dei pazienti psichiatrici autori di reato, alle condizioni di disagio psichico di utenti extra-comunitari, alla vera e propria “epidemia nascosta” di persone che presentano contemporaneamente disturbi psichiatrici e abuso di sostanze. In questo scenario, la risposta dei SSM sta assumendo caratteristiche sempre più riduttive, con gestioni orientate ad una “produttività” che rievoca la bipolarità ambulatorio/ospedale, impone la risposta farmacologica come strumento principale della cura e riduce fino ad azzerarli gli interventi psicoterapici e di inclusione sociale. Ciò che riteniamo intollerabile, tuttavia, sul piano della legittimità e credibilità delle istituzioni pubbliche, è che tali condizioni siano state già denunciate nella Relazione della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul SSN, del 2013. Da allora, se si esclude il meritorio impegno di Governo, Parlamento e Regioni per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, nulla è stato fatto per migliorare la rete dei SSM, chiamata quotidianamente a garantire il diritto alla cura di centinaia di migliaia di cittadini con problemi di salute mentale. E non ci persuadono le argomentazioni di chi propone modifiche o integrazioni legislative in un Paese che non conosce nemmeno “quanto”, “come” e “con quali risultati” vengono spesi i fondi pubblici per la Salute Mentale! Convinti come siamo che la Salute Mentale sia un bene esigibile individuale e collettivo, e condizione per lo sviluppo economico e sociale della comunità, chiediamo che venga riaffermata con atti concreti la responsabilità pubblica delle politiche per la Salute Mentale e sia garantito il diritto dei cittadini a conoscere le condizioni effettive del sistema di cura per la salute mentale nel contesto regionale e nazionale. Quale atto propedeutico agli interventi che riteniamo necessari e urgenti, chiediamo che – con azione coordinata in Conferenza Unificata Stato-Regioni – siano convocate in tutte le Regioni e PP.AA. Conferenze Regionali della Salute Mentale, con l’obiettivo di rendere conto in modo pubblico, partecipato e trasparente del reale funzionamento dei sistemi locali per la salute mentale, dei modelli organizzativi adottati, delle risorse umane ed economiche effettivamente impiegate, del grado di raggiungimento degli obiettivi di Piano Regionale e Nazionale, dei livelli di efficacia ed inclusione sociale conseguiti. Chiediamo altresì che le Relazioni Regionali prodotte vengano acquisite dalle competenti Commissioni Regionali e Parlamentari, per verificare quanto concretamente realizzato per superare le carenze segnalate dalla citata Commissione di Inchiesta. Chiediamo infine che sulla base delle Relazioni Regionali, il Ministero della Salute convochi la Conferenza Nazionale della Salute Mentale, con il fine precipuo di verificare in che misura i differenti sistemi regionali siano in grado di perseguire gli obiettivi definiti nel Piano di Azioni Nazionale per la Salute Mentale approvato in Conferenza Unificata il 24.1.2013 e di definire le misure per garantire in modo uniforme sul territorio nazionale il diritto alla cura e all’inclusione sociale delle persone con disturbi psichiatrici. L’Appello per la Salute Mentale è promosso dalla Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica ed è stato già sottoscritto dalla maggior parte dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani e dalle maggiori Associazioni e società Scientifiche. (16 Settembre 2016)