Consulta Dipartimentale Salute Mentale Roma 2: decisione unanime per la promozione di percorsi di inclusione sociale

da Consulta Dipartimentale Salute Mentale ASL Roma 2

Questa Consulta dipartimentale per la salute mentale nel ribadire,  nella riunione del 16/1/2018,  la fondamentale importanza dell’inclusione sociale e lavorativa in tutte le sue forme  ai fini della prevenzione dell’aggravamento e della cronicizzazione del disturbo delle persone con disagio psichico-sofferenza mentale e per il pieno recupero della loro autonomia, sottolinea l’urgenza della piena attuazione  delle procedure previste dalla legge 381/1991, art. 5, comma 1 (Inserimenti lavorativi soggetti svantaggiati e disabili), recepita dalla Regione Lazio con L.R. 24/96 la quale dispone che: “allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate  l’Amministrazione regionale e quella degli Enti da questa dipendenti riservano annualmente una quota dell’affidamento dei lavori concernenti la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché l’acquisizione di Beni e Servizi alle Cooperativa sociali…”.  Continue Reading…

Il dolore e la cura: la sofferenza mentale in un Centro Diurno

di Ilaria Donatio da www.stradeonline.it 

Di loro (e di se stessa) Alda Merini disse: “ho cominciato a piangere per gioco, e poi ho creduto
 che fosse il mio destino”. Eppure i pazienti del Centro Diurno “Pasquariello” – Asl Roma 1 – sorridono e sembrano felici di ricevere visite. Soprattutto, sono orgogliosi di raccontare quello che fanno. E Adele, Vito, Fabio, Gianluca, Elio, Gabriele e Fabrizio di cose belle ne fanno eccome! Ci sono il laboratorio di scrittura, quello di foto e di video, di informatica e grafica, c’è il gruppo che si occupa di estetica, c’è anche il corso di cinema: le attività settimanali del Centro Diurno sono numerose.  Continue Reading…

Piano d’azione per la Salute Mentale 2013-2020

Il benessere mentale è una componente essenziale della definizione di salute data dall’OMS. Una buona salute mentale consente agli individui di realizzarsi, di superare le tensioni della vita di tutti i giorni, di lavorare in maniera produttiva e di contribuire alla vita della comunità.
La salute mentale è importante ma, a livello mondiale, dobbiamo lavorare ancora molto per garantirle il giusto spazio. Bisognerà invertire molte tendenze sconvenienti – i servizi e le cure nell’ambito della salute mentale troppo spesso dimenticati, le violazioni dei diritti umani o la discriminazione di cui sono vittime le persone con disturbo mentale o con disabilità psicosociali.
Questo piano d’azione globale riconosce il ruolo essenziale della salute mentale ai fini della realizzazione dell’obiettivo della salute per tutti. Si basa infatti su un approccio che dura tutta la vita, che punta a raggiungere l’uguaglianza attraverso la copertura sanitaria universale e che sottolinea l’importanza della prevenzione.
Definisce quattro obiettivi principali: ottenere una leadership e una governance più efficaci nell’ambito della salute mentale; riuscire ad offrire servizi di salute mentale e servizi sociali completi, integrati e capaci di rispondere ai bisogni della comunità; mettere in campo delle strategie di promozione e prevenzione; rafforzare i sistemi informativi, raccogliere sempre più evidenze scientifiche ed implementare la ricerca.
Gli obiettivi di questo piano d’azione sono certamente ambiziosi, ma l’OMS ed i suoi Stati membri si sono impegnati a raggiungerli.

leggi Piano d’azione globale per la Salute Mentale 2013-2020 OMS

Dott.ssa Margaret Chan
Direttore generale
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Parere Comitato Nazionale di Bioetica

Nell‟ambito complesso e differenziato delle malattie mentali, il parere si propone di prendere in esame dal punto di vista bioetico le criticità che insistono sull‟assistenza psichiatrica sul territorio, nonché le prospettive che si
aprono con la recente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG).
La prospettiva bioetica da cui muove l‟analisi è quella di una cura delle persone con malattie mentali che integri la “cure”, centrata sulle componenti neurobiologiche alla base della malattia, e la “care”, il “prendersi cura” della
sofferenza, della soggettività e dei bisogni della persona.
Ciò comporta un chiamare in causa sia i principi della bioetica clinica, sia la responsabilità sociale verso i perduranti fenomeni di stigma e di discriminazione, la carente inclusione, il non completo riconoscimento di diritti umani fondamentali.
Sulla scia della svolta paradigmatica avvenuta con la chiusura del manicomio, dal modello custodialista a quello terapeutico, il parere sottolinea la tensione bioetica verso una cura della persona con malattia mentale orientata alla maggiore autonomia possibile: una tensione già presente nei precedenti pareri dedicati dal CNB al tema della salute mentale, e che è qui ripresa alla luce di importanti documenti internazionali, come la Dichiarazione di Helsinki sulla Salute mentale del 2005 e la Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità del 2007, ma anche alla luce di analisi, commenti e risoluzioni che, sempre a livello internazionale, evidenziano le criticità nella concreta realizzazione dei diritti enunciati.

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Padiglione 25 al Santa Maria della Pietà

Torna alle origini, nell’ex ospedale psichiatrico di Roma, una storia che proprio lì è iniziata più di quaranta anni fa quando, nell’estate del 1975, un gruppo di infermieri, ispirati dalle idee di Franco Basaglia, decide di autogestire uno dei Padiglioni. Si trasferiscono con 20 pazienti al Padiglione 25, osservano il “non rispetto delle regole” e scrivono un diario, un racconto in presa diretta di questa esperienza rivoluzionaria che è l’inizio del cambiamento.