Riaperture, per le ferite da Covid bisogna rinforzare i servizi psichiatrici

di Massimo Cozza da www.repubblica.it/salute del 10/05/2021

C’è la felicità di chi torna alla vita di prima e la paura di chi quella vita non ce l’ha più. Di chi ha perso il lavoro, o la casa. Il virus non è democratico nella ripartenza

Le riaperture, conseguenti al miglioramento dell’andamento della pandemia, rappresentano non solo la possibilità di una ripresa delle attività economiche e sociali, ma hanno anche un effetto positivo sulla psiche di una parte importante degli italiani. In coincidenza con maggio, mese della salute mentale.
Questa volta apprezzeremo ancor di più comportamenti che prima erano vissuti quasi come semplice routine. Potere incontrarsi con gli altri, ritornare alla scuola in presenza, andare al ristorante, frequentare cinema, teatri, musei, riprendere le attività sportive, avere il piacere di poter pensare di ritornare a viaggiare, dopo un lungo periodo di privazioni, sono psicopillole di ottimismo. Ma non per tutti.

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“Efamily”: sostegno alla non autosufficienza

“Efamily” è una sovvenzione europea nata per erogare “Buoni” per la fruizione di servizi per l’infanzia e la non autosufficienza.
Destinatari dei “buoni servizi” sono singoli o famiglie che hanno in carico persone con limitazioni dell’autonomia.
L’intervento prevede l’erogazione, mediante procedura “a sportello on line”, di Buoni servizio a favore delle persone residenti o domiciliate nella Regione Lazio (“Richiedenti”) che abbiano in carico di cura persone non autosufficienti (“Destinatari”) per il pagamento delle spese relative ai servizi di assistenza socio-sanitari (assistenza familiare, assistenza domiciliare, servizi semiresidenziali, prestazione Centri Diurni, ecc.).
Il destinatario non ha limiti età; deve avere uno stato di invalidità certificato al 100% (o essere in possesso della certificazione da parte dell’Unità Valutativa Multidimensionale U.V.M che attesti la non autosufficienza) ed essere residente nella Regione Lazio.
Il richiedente deve avere invece non più di 67 anni, coniugato/a o convivente o avere una parentela con il destinatario (la persona non autosufficiente che usufruirà dei servizi), svolgere attività lavorativa o trovarsi in stato di disoccupazione e avere un ISEE non superiore a € 50.000. Continue Reading…

Vaccini e disabilità: chiarimenti sì, ma fino a un certo punto

di Giampiero Griffo da www.superando.it del 10 febbraio 2021

In questi giorni tante persone con disabilità e i loro familiari si chiedono quando saranno vaccinati. Com’è noto, infatti, ad inizio gennaio il Commissario Straordinario per l’Emergenza Domenico Arcuri aveva annunciato che nella seconda fase delle vaccinazioni, oltre agli ultraottantenni, sarebbero state incluse anche fasce di popolazione più vulnerabili tra cui le persone con disabilità. Purtroppo la situazione attuale è ancora confusa e non si riesce ad avere dati precisi. Alcune Regioni, come ad esempio la Campania, hanno già iniziato a vaccinare gli operatori e in alcuni casi le persone con disabilità nelle RSA e RSD [Residenze Sanitarie Assistite e Residenze Sanitarie Disabili, N.d.R.], grazie anche alle pressioni dell’associazionismo territoriale, mentre l’Abruzzo ha attivato un sito per le prenotazioni al vaccino di questa fascia di cittadini, ma manca il quadro chiaro delle varie attività Regione per Regione.

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Covid, l’altra pandemia: il virus ha portato 1 milione di nuovi casi di disagio mentale

di Valeria Pini da www.repubblica.it/salute del 27 gennaio 2021

LA PANDEMIA non colpisce solo il corpo, ma anche la mente. La paura del contagio e la crisi economica in atto moltiplicano esponenzialmente il disagio psichico. In chi è entrato in contatto con il virus aumenta fino a 5 volte la probabilità di sintomi depressivi e si stima che nei prossimi mesi possano emergere fino a 800 mila nuovi casi di depressione. Una condizione che riguarderà anche i circa 10 mila italiani che hanno perso un proprio caro per colpa del virus, senza contare le almeno 150 mila persone non colpite da SAR-Cov-2 ma che manifesteranno sintomi depressivi a causa della crisi economica e della disoccupazione. E’ quanto emerge dal XXII congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, online da oggi al 29 gennaio.

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Mettere in sicurezza gli over 80 è più importante dell’immunità di gregge

di Girolamo Digilio da www.quotidianosanita.it – Lettere al Direttore del 25 gennaio

Gentile Direttore,
la dichiarazione del Ministro Speranza a Il Foglio, riportata da Quotidiano Sanità in data 22 gennaio 2021, ha messo al centro il nodo cruciale della strategia della vaccinazione anti-Covid in Italia oggi e dei suoi più urgenti obiettivi: “I dati epidemiologici – sottolinea Speranza – ci dicono che l’85 per cento delle morti per Covid ha riguardato persone con un’età superiore ai 70 anni. Una volta che riusciremo a vaccinare i circa 9 milioni di over 70 sarà possibile cambiare anche i parametri con cui oggi calcoliamo l’Rt. A oggi, l’Rt viene calcolato sulla base dei contagiati di cui si conoscono i sintomi ma nel momento in cui la parte più fragile della popolazione verrà vaccinata sarà possibile calcolare l’Rt in modo più flessibile considerando cioè soltanto il numero di sintomatici ospedalizzati. Il traguardo non è lontano: è ora di lavorare senza farci del male”.

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L’allarme del Bambin Gesù: “I giovanissimi si tagliano e tentano il suicidio: mai così tanti”

di Ilaria Betti da www.huffingtonpost.it del 19/01/2021

Via l’immagine dei fannulloni sdraiati sul divano con il cellulare. I giovani, che da quasi un anno vivono la pandemia, stanno soffrendo. E anche molto. A dimostrarlo è un dato condiviso da Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma: i tentativi di suicidio e autolesionismo sono aumentati del 30%.

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Assistenza per i malati psichiatrici, “il Covid ha dimostrato che le strutture residenziali sono inadeguate e va evitato l’isolamento”

di Chiara Daina da www.ilfattoquotidiano.it del 19/11/2020

L’emergenza Covid, almeno durante la prima ondata, ha messo in croce i servizi per la salute mentale. Da un’indagine condotta dall’assessorato alle Politiche per la salute della Regione Emilia Romagna tra marzo e aprile 2020 è emersa una drastica e generale riduzione degli interventi psichiatrici rispetto agli stessi mesi del 2019. “Per il blocco delle attività sanitarie ordinarie, per la paura del contagio e perché non c’erano abbastanza dispositivi di protezione – dichiara Fabrizio Starace, direttore del dipartimento di Salute mentale dell’Ausl di Modena e presidente della Società italiana di epidemiologia psichiatrica (Siep) che ha collaborato al monitoraggio -.

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