Vi racconto l’ondata silenziosa del disagio mentale dei ragazzi

di Giusi Sellitto  da www.formiche.net del 13/12/2021 

Nell’ultimo anno si è registrato un boom di accessi di minorenni nei pronto soccorso per motivi neuropsichiatrici. A rilevarlo sono i dati di un’indagine della Società italiana di pediatria (Sip) condotta in 9 regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Umbria). Durante la pandemia (marzo 2020-marzo 2021).
Gli accessi per patologie di interesse neuropsichiatrico sono cresciuti dell’84% rispetto al periodo pre-Covid.

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La Corte Costituzionale al bivio. Ritorno al manicomio giudiziario o grande riforma?

Il problema REMS sta nell’eccessivo ricorso a misure di sicurezza detentive, non nella scarsità dei posti. Come è possibile che si stabilisca una misura detentiva per una persona imputata per aver lanciato un cartone di vino contro il sindaco, come è successo a Tivoli?

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10 DICEMBRE – Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

In occasione della ricorrenza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che ricade il 10 dicembre, l’Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASaM), ha voluto dare un contributo alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della violazione dei diritti umani nei confronti delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale e di tutte le persone che vivono condizioni di fragilità sociale.
Oggi più che mai, nell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, che colpisce maggiormente le persone più esposte alla sofferenza umana, il tema è di grande attualità e richiede una attenzione particolare da parte della società e delle Istituzioni.

Cena solidale 7 dicembre

L’ ARESAM (Associazione Regionale per la Salute Mentale) ODV

Lancia una raccolta fondi che permetta all’Associazione di poter continuare a svolgere i propri compiti e cioè l’affermazione dei diritti delle persone con disturbi mentali. Da oltre 30 anni il nostro lavoro si basa, e si baserà ancora, sull’impegno dei propri associati per assicurare leggi più giuste, servizi che soddisfino le necessità di cura e di miglioramento della qualità di vita degli utenti; con un continuo confronto collaborativo con le Amministrazioni e i Servizi Pubblici allo scopo deputati, costituendo così il naturale complemento alla erogazione di quei servizi e attività in favore delle persone con disturbi mentali.
Purtroppo il lungo protrarsi della pandemia e le conseguenze derivanti anche a livello economico, hanno inferto un colpo mortale al nostro lavoro, riducendo sensibilmente le fonti di sostentamento (quote associative, 5x 1000, bandi) per cui solamente potendo contare su nuovi apporti potremmo essere in grado di continuare il nostro operato ad uso e beneficio esclusivo delle persone sofferenti.
Vi invitiamo a sostenerci partecipando alla nostra raccolta fondi, a partire da questo incontro conviviale per poterci permettere di continuare ad operare come e meglio che in passato.

Vi aspettiamo quindi il 7 dicembre 2021, alle ore 20,00 al ristorante Le Streghe,
Via Tuscolana, 643 Roma.
 

Si prega di confermare entro il 4 dicembre la vostra partecipazione a: aresam@tiscali.it.

Grazie per l’attenzione.

A.RE.SA.M. – ODV

L’anello debole

di Marinella Cornacchia pubblicato da www.exposalutementale.it il 18/11/2021
Foto di TanteTati da Pixabay 

Da anni le associazioni di familiari e di utenti chiedono il ripristino dell’organico dei servizi di salute mentale falcidiato come non mai nel corso di questo ultimo decennio. Il Covid-19 ha ulteriormente dimostrato quanto la “coperta” fosse drammaticamente ridotta per poter coprire e rispondere ai bisogni, al diritto di cura e di riabilitazione di tutti coloro che si rivolgono al servizio pubblico.
Negli ultimi tempi qualcosa si è mosso e nuove leve, pur se centellinate, stanno arrivando nei servizi territoriali.
Quello che però ora si evidenzia è che c’è una rilevante differenza tra il modus operandi a cui eravamo abituati prima rispetto ad oggi. E non parlo di favoritismi, parlo di attività vissute come missione e non come lavoro standardizzato.

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A proposito di INPS

di Marinella Cornacchia Presidente A.RE.SA.M. ODV

Il 14 Ottobre 2021 l’INPS (messaggio 3495) ha stabilito che, per avere diritto all’assegno per invalidi civili parziali (tra il 74 e il 99%), e cioè 287,09 €/mese, non si debba prestare alcuna attività lavorativa, neanche minima e/o precaria, che produca reddito, a prescindere dalla misura del reddito stesso.
Un colpo mortale che andava a cancellare decenni di lotte portate avanti dalle famiglie per avere il rispetto del diritto non solo alla cura ma ad una riabilitazione sociale anche grazie al lavoro.
Varie voci si sono levate per segnalare l’inappropriatezza della decisione oltretutto in un momento che vede la parola “Ripartenza” usata per significare la voglia di riprendere e riprendersi il valore e la qualità della vita per tutti i cittadini.
Dalla stampa si apprende che il Ministro Orlando (tra l’altro presente alla Conferenza Nazionale sulla Salute Mentale del 30 giugno, dove il tema del lavoro è stato trattato ampiamente, riconoscendone l’alta valenza nel progetto terapeutico riabilitativo, fuori dagli schemi dell’assistenzialismo) presenterà un emendamento che “prevede che l’assegno di invalidità ai disabili dovrà essere riconosciuto a prescindere dallo svolgimento di un’attività lavorativa, dove quest’ultima non determini il superamento del limite di reddito considerato come condizione per l’accesso alla prestazione dall’attuale normativa (4.931 €).” Quindi si ripristina la situazione precedente.