10 DICEMBRE – Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

In occasione della ricorrenza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che ricade il 10 dicembre, l’Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASaM), ha voluto dare un contributo alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della violazione dei diritti umani nei confronti delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale e di tutte le persone che vivono condizioni di fragilità sociale.
Oggi più che mai, nell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, che colpisce maggiormente le persone più esposte alla sofferenza umana, il tema è di grande attualità e richiede una attenzione particolare da parte della società e delle Istituzioni.

Cena solidale 7 dicembre

L’ ARESAM (Associazione Regionale per la Salute Mentale) ODV

Lancia una raccolta fondi che permetta all’Associazione di poter continuare a svolgere i propri compiti e cioè l’affermazione dei diritti delle persone con disturbi mentali. Da oltre 30 anni il nostro lavoro si basa, e si baserà ancora, sull’impegno dei propri associati per assicurare leggi più giuste, servizi che soddisfino le necessità di cura e di miglioramento della qualità di vita degli utenti; con un continuo confronto collaborativo con le Amministrazioni e i Servizi Pubblici allo scopo deputati, costituendo così il naturale complemento alla erogazione di quei servizi e attività in favore delle persone con disturbi mentali.
Purtroppo il lungo protrarsi della pandemia e le conseguenze derivanti anche a livello economico, hanno inferto un colpo mortale al nostro lavoro, riducendo sensibilmente le fonti di sostentamento (quote associative, 5x 1000, bandi) per cui solamente potendo contare su nuovi apporti potremmo essere in grado di continuare il nostro operato ad uso e beneficio esclusivo delle persone sofferenti.
Vi invitiamo a sostenerci partecipando alla nostra raccolta fondi, a partire da questo incontro conviviale per poterci permettere di continuare ad operare come e meglio che in passato.

Vi aspettiamo quindi il 7 dicembre 2021, alle ore 20,00 al ristorante Le Streghe,
Via Tuscolana, 643 Roma.
 

Si prega di confermare entro il 4 dicembre la vostra partecipazione a: aresam@tiscali.it.

Grazie per l’attenzione.

A.RE.SA.M. – ODV

L’anello debole

di Marinella Cornacchia pubblicato da www.exposalutementale.it il 18/11/2021
Foto di TanteTati da Pixabay 

Da anni le associazioni di familiari e di utenti chiedono il ripristino dell’organico dei servizi di salute mentale falcidiato come non mai nel corso di questo ultimo decennio. Il Covid-19 ha ulteriormente dimostrato quanto la “coperta” fosse drammaticamente ridotta per poter coprire e rispondere ai bisogni, al diritto di cura e di riabilitazione di tutti coloro che si rivolgono al servizio pubblico.
Negli ultimi tempi qualcosa si è mosso e nuove leve, pur se centellinate, stanno arrivando nei servizi territoriali.
Quello che però ora si evidenzia è che c’è una rilevante differenza tra il modus operandi a cui eravamo abituati prima rispetto ad oggi. E non parlo di favoritismi, parlo di attività vissute come missione e non come lavoro standardizzato.

Leggi l’intero articolo da www.exposalutementale.it

 

 

 

A proposito di INPS

di Marinella Cornacchia Presidente A.RE.SA.M. ODV

Il 14 Ottobre 2021 l’INPS (messaggio 3495) ha stabilito che, per avere diritto all’assegno per invalidi civili parziali (tra il 74 e il 99%), e cioè 287,09 €/mese, non si debba prestare alcuna attività lavorativa, neanche minima e/o precaria, che produca reddito, a prescindere dalla misura del reddito stesso.
Un colpo mortale che andava a cancellare decenni di lotte portate avanti dalle famiglie per avere il rispetto del diritto non solo alla cura ma ad una riabilitazione sociale anche grazie al lavoro.
Varie voci si sono levate per segnalare l’inappropriatezza della decisione oltretutto in un momento che vede la parola “Ripartenza” usata per significare la voglia di riprendere e riprendersi il valore e la qualità della vita per tutti i cittadini.
Dalla stampa si apprende che il Ministro Orlando (tra l’altro presente alla Conferenza Nazionale sulla Salute Mentale del 30 giugno, dove il tema del lavoro è stato trattato ampiamente, riconoscendone l’alta valenza nel progetto terapeutico riabilitativo, fuori dagli schemi dell’assistenzialismo) presenterà un emendamento che “prevede che l’assegno di invalidità ai disabili dovrà essere riconosciuto a prescindere dallo svolgimento di un’attività lavorativa, dove quest’ultima non determini il superamento del limite di reddito considerato come condizione per l’accesso alla prestazione dall’attuale normativa (4.931 €).” Quindi si ripristina la situazione precedente.

L’Inps se la prende con i più deboli

di Massimo Cozza da www.quotidianosanita.it – Lettere al direttore del 25 ottobre 2021

Gentile Direttore,       
le persone con grave disagio mentale con una invalidità tra il 74% e il 99%, di età compresa tra i 18 e i 67 anni, insieme a tutte le altre con diverse disabilità, dal 14 ottobre 2021 per continuare ad avere diritto all’assegno economico, non possono più svolgere nessuna attività lavorativa retribuita, con un grave vulnus per i percorsi di inclusione sociale.
È quanto risulta dalla lettura del recente Messaggio n. 3495 dell’INPS del 14/10/2021 nel quale sulla base di diverse pronunce della Corte di Cassazione si afferma che lo svolgimento dell’attività lavorativa, a prescindere dalla misura del reddito ricavato, preclude il diritto al beneficio all’assegno per invalidi civili parziali (287,09 euro al mese per 13 mensilità), prima consentito con l’iscrizione alle liste del collocamento mirato.

Leggi l’intero articolo da www.quotidianosanita.it

Pandemia, Salute Mentale e Sistema Sanitario Nazionale

di Girolamo Digilio pubblicato da www.exposalutementale.it il 5/10/21

La pandemia Covid 19, ha posto al centro dell’attenzione, forse per la prima volta in maniera così coinvolgente, l’importanza della salute mentale e dei servizi per la sua tutela nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Il cambiamento radicale degli stili di vita, lo sconvolgimento delle relazioni sociali, il distanziamento fisico, hanno generato disorientamento e disagi, fino a veri e propri disturbi della sfera psico-affettiva, anche in molte persone “normali”. Tanto più ciò è avvenuto nelle persone definite “più fragili”: non solo coloro che hanno già un disturbo psichico, sempre fra i primi ad essere emarginati e scartati, ma anche i poveri, i bambini e gli anziani, i giovani in via di formazione nella scuola o all’inizio della loro attività lavorativa e intere famiglie poste davanti a problemi nuovi e complessi.

Leggi l’intero articolo su www.exposalutementale.it