SIDiN – Scudo per il distress psichico da COVID-19

Pubblichiamo i “Consigli per la gestione del CoViD-19 e dei fattori di distress psichico associati per le persone con disabilità intellettiva e autismo con necessità elevata o molto elevata di supporto” a cura della SIDiN (Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo) in collaborazione con con altre realtà e associazioni che si che si occupano di disabilità e autismo.

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Un contagio da evitare

Di Girolamo Digilio da www.ilmensile.it

Nel ridondante dibattito  in corso sulla infezione da coronavirus o covid-19 o nuovo coronavirus non sono ancora chiaramente emersi alcuni dati epidemiologici di capitale importanza per la definizione delle reali caratteristiche cliniche e prognostiche.

Contrariamente a quanto affermato, purtroppo anche da «addetti ai lavori» (addirittura virologi intervistati in frequentati talk show), la malattia da coronavirus non è «poco più che un’influenza stagionale», ma è molto più seria in una significativa percentuale di casi, sia per la gravità del decorso «normale» – in quanto colpisce selettivamente il tessuto polmonare – sia per gli esiti, in particolare per il tasso di mortalità, di gran lunga più elevato rispetto a quello dell’influenza stagionale.

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Pratiche INPS ai tempi del coronavirus

Per chi ne avesse bisogno, trasmettiamo questa informativa.

Le persone che, in questo particolare momento, avessero bisogno di espletare pratiche per la pensione (solo chi va in pensione entro giugno), per disoccupazione, invalidità o congedo, possono scrivere a:

covid19.romacol@inca.it      (Patronati CGIL)

Le pratiche verrebbero lavorate in remoto, per cui non è necessario alcun accesso diretto, per altro al momento non consentito.

 

Grave interruzione dei servizi di salute mentale – richiesta di intervento urgente

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dalla Presidente dell’UNASAM al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro della Salute Roberto Speranza sulle diverse anomalie organizzative dei servizi di Salute Mentale in relazione all’emergenza sanitaria in atto.

 

Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte
Alla cortese attenzione del Ministro della Salute Roberto Speranza

La scrivente, nella sua qualità di Presidente Nazionale dell’Unione delle Associazioni per la Salute Mentale (associazioni di familiari e utenti impegnate nelle regioni d’Italia), chiede un intervento urgente delle SS.LL su quanto di grave segnalato dai familiari e dalle Associazioni.

In tante realtà territoriali i centri di salute mentale (su disposizione dei Direttori Sanitari, o dei dipartimenti di salute mentale, o delle stesse regioni), hanno sospeso la loro “attività ordinaria”. Non accolgono i pazienti nei servizi con la motivazione che non hanno i dispositivi di sicurezza (solo urgenze e emergenze), hanno sospeso tutte le attività riabilitative, alcuni servizi sono letteralmente blindati col personale dentro e la porta chiusa a chiave. Mentre in altre realtà (da noi verificate), gli operatori, adottando tutte le misure di sicurezza, continuano a garantire assistenza e cure sia nei servizi  che al domicilio dei pazienti. Siamo quindi fortemente preoccupati da una situazione che potrebbe essere fuori controllo. I servizi di salute mentale già soffrivano di una condizione di grande fragilità e disomogeneità sia nella organizzazione dei servizi che nelle pratiche operative. E nella situazione attuale in cui le persone fragili devono essere semmai maggiormente sostenute, questo comportamento oltre che inaccettabile è ad alto rischio per la salute dei cittadini.

Chiediamo quindi un provvedimento urgente che chiarisca, su tutto il territorio nazionale, quali interventi devono garantire i servizi di salute mentale per non abbandonare né danneggiare le persone con disabilità psichica  e le loro famiglie.

Chiediamo di essere informati sulle misure che si intendono assumere.

Con stima.

La Presidente
Gisella Trincas

 

 

 

 

 

 

Per superare la contenzione in psichiatria

di Giovanni Rossi da www.conferenzasalutementale.it

Il rispetto della persona, dei diritti umani, dovrebbe essere premessa necessaria a qualsiasi iniziativa di cura.

Il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dovrebbe essere vissuto come uno spazio accogliente e protetto, una retrovia dove, chi ne abbia la necessità possa ritirarsi, quel tanto che serve. Per poi tornare sul fronte, nella vita reale. Non da solo ma con al fianco altri servizi, quelli territoriali che sappiano giustapporre progetto di vita e progetto di cura. Così configurato lo spazio ospedaliero dovrebbe saper accogliere la crisi, consentire di elaborare la sconfitta per ridefinire nuovi traguardi.

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Rems, Pecchioli: transitorietà strutture a rischio

da www.dire.it – Newsletter Psicologia del 25 febbraio 2020

A seguito della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) con la legge 81/2014, in via residuale, eccezionale e in maniera transitoria, le Residenze esecutive per le misure di sicurezza (Rems) ospitano persone affette da disturbi psichici che hanno commesso dei crimini, “là dove le misure non detentive non siano assolutamente praticabili”, si legge nella pratica 521/2018 del Csm.
“Molte persone, infatti, negli Opg erano detenute impropriamente. Si parlava di ‘ergastoli bianchi’, di persone che in assenza di colpa venivano abbandonate” all’interno di queste strutture, che assomigliavano più a istituti di pena che a degli ospedali. Anche nelle Rems, ora, “questo rischio si ripropone se non si collegano i processi e se non si danno ai servizi risorse, strumenti, idealità”.  A fornire un quadro dettagliato della storia, la rilevanza e le criticità della maggiore riforma della Salute mentale in Italia, è Vanni Pecchioli, psicologo, presidente della cooperativa sociale integrata ‘Conto alla Rovescia’ e membro del Coordinamento della Regione Lazio dei centri diurni riabilitativi.

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Salute mentale, nel Lazio 70mila utenti e -59% operatori

da www.dire.it  – Newsletter Psicologia del 4 febbraio 2020

Nella Regione Lazio sono circa 70mila i pazienti in carico ai servizi pubblici per problemi di salute mentale, un’utenza che su Roma rimanda a 35-40mila persone. A questi numeri, pero’, ne fanno eco altri assai più preoccupanti: nel territorio laziale si assiste a una carenza del numero di operatori presenti nei dipartimenti di salute mentale (Dsm) in media del 59%. “A causa della crisi economico-finanziaria i piani di rientro regionale hanno subito un’evidente riduzione della spesa sanitaria e questo ha comportato provvedimenti che hanno penalizzato l’assistenza. Un dato che incide sull’efficacia degli interventi e sulla qualità della presa in carico”. Lo ricorda Vanni Pecchioli, presidente della cooperativa sociale integrata ‘Conto alla Rovescia’, membro della Consulta cittadina permanente per la salute mentale e del coordinamento della Regione Lazio dei centri diurni riabilitativi, commentando l’ultimo resoconto presentato dalla Consulta regionale per la salute mentale.

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