Libri, dalla chiusura dei manicomi com’è migliorata la vita dei matti?

“Quali strade devono ancora percorrere le scarpe dei matti per trovare un po’ di pace?
Per trovare un po’ di pace, un po’ di giustizia, devono incontrare sguardi capaci di ascolto e accoglienza, la cura che, prima di qualsivoglia diagnosi o farmaco, è data dal riconoscimento, dall’essere accolti, scriveva Jorge Luis Borges, come parte di una realtà innegabile.”

Da ilfattoquotidiano.it – Blog – Cultura segnaliamo intervista ad Antonio Esposito autore di “Le scarpe dei matti. Pratiche discorsive, normative e dispositivi psichiatrici in Italia (1904-2019)”

Giornata Mondiale della Salute Mentale 2019

Facciamo nostro il messaggio della Presidente UNASAM, Gisella Trincas

“Nella Giornata Mondiale della Salute Mentale, è bene ricordare che compito principale dei Governi è tutelare la salute fisica e la salute mentale delle cittadine e dei cittadini (delle persone tutte). Tutelare significa mettere il Paese nelle condizioni di garantire prevenzione, cure e riabilitazione. Garantire la diffusa presenza sul territorio di servizi e strumenti efficienti ed efficaci. E rispettare la libertà e la dignità umana, senza danneggiare, senza mortificare né prevaricare.”

Progetto “CONOSCERE PER FARSI RICONOSCERE”: incontri informativi

Cari amici,

Iniziano gli incontri di approfondimento nell’ambito del Progetto CONOSCERE PER FARSI RICONOSCERE”.

I temi trattati di volta in volta saranno:

       – Ruolo dell’Amministratore di Sostegno,
       – Esigibilità dei diritti riguardo il “Dopo di noi”,
       – Pensioni di Reversibilità,
       – Rapporti con i Servizi Sanitari.

Il nostro primo incontro, si svolgerà il giorno venerdì 27 settembre alle ore 15.30 presso la nostra sede in Via di Tor di Nona, 43

Affronteremo, con il supporto dell’Avv. F. MARCHEGIANI, la figura dell’Amministratore di Sostegno, per conoscerne e approfondirne aspetti legali e operativi.

 

 

Il Coordinamento Nazionale della Conferenza Salute Mentale scrive al Presidente incaricato di formare il nuovo Governo

Occorre un Governo che recuperi la capacità di accogliere la sofferenza e renda ciascuno capace di contribuire al benessere comune

Il Coordinamento segnala la necessità che il programma di governo affronti con chiarezza e determinazione  le sofferenze determinate dalla crisi economica e da una comunicazione politica volta alla ricerca del capro espiatorio nelle fasce più deboli dell’umanità: migranti, sofferenti psichici, detenuti. Occorre rafforzare l’azione di sostegno e inclusione, a partire dai servizi sociali e sanitari, prima indeboliti e poi accusati di inefficienza.
La lunga crisi economica, che purtroppo non accenna a esaurirsi, sta producendo effetti negativi sulla salute della popolazione che si aggiungono a quelli – più noti – connessi all’invecchiamento della popolazione e alle difficoltà che il welfare ha dovuto affrontare in questi anni, nel sociale così come nel sanitario (dalla riduzione dei finanziamenti alla condizione del personale). Una politica che vuole realmente puntare ad una svolta deve tener conto che l’aumento delle povertà, dell’incertezza economica, della disoccupazione, della precarietà, della solitudine (soprattutto fra gli anziani) incidono sulla salute delle persone, e non solo di quelle tradizionalmente più fragili, aumentando i casi di disturbi mentali, disagio psichico, depressione, decadimento silenzioso e rischio di esclusione sociale.
Per questo ci auguriamo che il programma e le azioni del nascente Governo abbiano attenzione per la Salute Mentale, e siano coerenti con la Legge 180/78 che sancendo la chiusura dei manicomi, ha allargato gli spazi della cittadinanza e della democrazia, restituendo diritti, dignità e cittadinanza alle persone con disturbo mentale.
Per rendere effettivo il diritto alla Salute Mentale occorre intervenire con politiche adeguate su tutti i determinanti delle diseguaglianze nella salute, costruendo una società più giusta che non discrimini alcun essere umano, italiano o straniero che sia. E occorre potenziare, e finanziare adeguatamente, un sistema di servizi sociali e sanitari nel territorio, capaci di prendersi carico delle persone, favorire l’inclusione, contrastando le “cattive pratiche”, che violano i diritti delle persone in cura, con particolare riferimento alla contenzione e alle modalità inappropriate nell’esecuzione dei TSO.

Al termine della Conferenza nazionale per la Salute Mentale 2019, del 14 e 15 giugno scorso, che ha coinvolto più di 150 associazioni nazionali e territoriali, abbiamo espresso la disponibilità a collaborare con le Istituzioni, avanzando 10 proposte contenute nella DICHIARAZIONE CONCLUSIVA, che inviamo oggi al Presidente del Consiglio incaricato.

Il Coordinamento nazionale Conferenza Salute Mentale

31 agosto 2019

Quando le parole pesano più di un macigno. Populismo e Salute Mentale – Un ritorno al passato?

Di MiGa  A.Re.Sa.M.

Il populismo non è altro che la ricerca di dare risposte semplici a problemi molto complessi, che dovrebbero essere trattati in modo serio e graduale. I populisti vedono e presentano soluzioni miracolose, facili e soprattutto accessibili alla comprensione di tutti. Più si semplifica, più si esaltano elementi irrazionali nella società. Una prova del populismo imperante in questi tempi ce la dà il Ministro degli Interni, On.le Salvini, che ha fatto trapelare nell’intervista che di seguito si riporta, la sua non contrarietà, alla riapertura dei manicomi, ciò in seguito ad un odioso episodio di cronaca, che poteva avere come protagonista anche un “normale”. Rispondendo a “Pomeriggio 5”, su Canale 5, a una domanda sul caso di un violentatore recidivo ma in libertà perché incapace di intendere e volere, il vicepremier ha fatto un cenno a una possibile revisione della legge Basaglia. Continue Reading…

Dichiarazione conclusiva della Conferenza Nazionale: le 10 proposte per la salute mentale

La Conferenza nazionale per Salute Mentale, promossa nella Conferenza di Roma del maggio 2018 e sostenuta da 31 iniziative locali cui hanno partecipato migliaia di persone, dopo la straordinaria e appassionata partecipazione a Roma del 14 e 15 giugno 2019, si conclude con una Dichiarazione conclusiva. I partecipanti alla Conferenza nazionale Salute Mentale 2019 richiamando i principi contenuti nella Dichiarazione di Helsinki dell’OMS “Non c’è salute senza salute mentale”, nella Convenzione ONU del 2006 “le persone con disabilità hanno diritto ad un livello di vita adeguato per sé e per le proprie famiglie” e l’articolo 32 della nostra Costituzione: “la tutela della Salute è fondamentale.

Leggi la dichiarazione conclusiva

Salute mentale. Con il personale attuale coperto solo il 55,6% del fabbisogno di assistenza nei DSM

da Quotidiano Sanità del 24/06/2019

La più importante risorsa dei servizi diretti alla persona, ed in particolare nei servizi di salute mentale, è costituita dal capitale umano, ossia dalla consistenza numerica, tecnica, motivazionale e relazionale degli operatori impegnati nei servizi stessi.
Molto si è detto sulle competenze tecniche e sulle strategie più efficaci per tenerle sempre aggiornate e coerenti con le migliori evidenze. Scarsa attenzione è stata finora dedicata al dato quantitativo, alla consistenza numerica delle equipe di lavoro nei Dipartimenti di Salute Mentale. I rari standard di riferimento reperibili nelle normative regionali sono puntualmente disattesi, anche quando attengono a criteri per l’accreditamento dei servizi.
Essendovi una stretta correlazione tra la consistenza numerica del personale in servizio e la capacità assistenziale che i servizi esprimono (al netto naturalmente delle caratteristiche “naturali” delle reti sociali e di sostegno non psichiatriche esistenti sui territori) è possibile assumere che questa estrema flessibilità costituisca una strategia non esplicita di governo della domanda. In altri termini, la riduzione del personale determina una selezione a maglie sempre più strette dei bisogni che saranno “presi in carico” dai servizi pubblici, con il conseguente dirottamento di una quota sempre più rilevante di utenza a strutture e professionisti privati.

Leggi l’intero articolo da Quotidiano Sanità